ANNO 14 n° 119
Spunto di vista Parafilie, quando si tratta di perversioni sessuali
>>>> di Elisabetta Zamparini <<<<
20/02/2015 - 02:01

di Elisabetta Zamparini

VITERBO - Le parafilie sono tutte quelle pulsioni erotiche caratterizzate da fantasie o impulsi, intensi e ricorrenti, che si esprimono attraverso attività specifiche, con oggetti e che comportano sofferenza e umiliazione o che sono rivolte verso minori o persone non consenzienti. 

Determinare una chiara norma per il comportamento sessuale implica un’influenza socioculturale dai toni moralistici che tende a valutare questi disturbi negativamente.

Il contesto culturale ha un peso nella definizione delle attività sessuali perverse, si può pensare a come fino a qualche tempo fa la masturbazione, i rapporti orali e il sesso anale fossero considerati tali; soltanto nel 1973 l’omosessualità è stata declassificata da disturbo mentale.

Ciò pone l’accento su come la normalità sia soggetta continuamente a revisioni e a cambiamenti nel tempo. 

La comunità scientifica, nella nuova Classificazione diagnostica e statistica dei disturbi mentali (DSM V), ha normalizzato alcune preferenze sessuali distinguendo le parafilie dai disturbi parafilici.

Le parafilie sono una condizione necessaria ma non sufficiente per strutturare un disturbo parafilico, infatti, la patologia implica che l’attività sessuale comporti una compromissione significativa nell’ambito lavorativo, sociale e affettivo della persona.

 

L’individuo patologico vive questi interessi con angoscia, non derivante semplicemente dalla disapprovazione sociale. In questi casi, i comportamenti o i desideri sessuali comportano un reale disagio psichico o la probabilità di ferire arrivando perfino alla morte, ma anche la possibilità del coinvolgimento di persone incapaci di dare un valido consenso.

Il termine disturbo parafilico comprende quindi quei casi in cui l’individuo impone desideri personali a un partner che si mostra riluttante nell’essere coinvolto in questo scenario sessuale.

Fatta eccezione per le attività criminali, questo scenario apre le porte alla definizione della patologia non attraverso la presenza di pratiche sessuali inusuali che possono essere mal interpretate ma valutando il notevole disagio provato dall’individuo a causa dei suoi comportamenti.

Se desiderate approfondire questo o altri argomenti ecco la mail a cui scrivere per suggerire i nuovi articoli della rubrica: elisabetta.zamparini@gmail.com.





Facebook Twitter Rss